15/12/2018 - 15/02/2019

                                              Ferruccio Orioli

 

 

 

Noi di qua, voi di là

Confini, frontiere e identità: le barriere fra i popoli raccontate negli acquerelli e installazioni di Ferruccio Orioli a cura di Brunella Velardi

Appunti per immagini, raccolti durante ricerche e peregrinazioni sul tema delle barriere che separano i popoli, costituiscono la selezione che Ferruccio Orioli esporrà nella sua nuova mostra personale dal titolo Noi di qua, voi di là che inaugura sabato 15 dicembre alle 11.30, negli spazi di Fiorillo Arte (via riviera di chiaia 23, Napoli) e che sarà visitabile fino al 18 gennaio 2019.

La mostra, curata da Brunella Velardi, comprende opere di grande formato, serie e installazioni, realizzate tra il 2013 e il 2018 ed esposte per la prima volta, che restituiscono un'analisi lucida e amara sugli strumenti di delimitazione dei territori.

È a partire da muri, reti, fili spinati che si sviluppa l'indagine di Orioli, mai assuefatto alle contraddizioni che affollano la nostra quotidianità. Attraverso le lievi velature dell'acquarello con cui riprende le cromie di paesaggi sublimi e sconfinati, spezzati da una linea scura e decisa che interrompe l’idillio della natura, l'artista ci ricorda che il confine è il mezzo con cui l'uomo afferma la sua identità, e che in un mondo complesso e interconnesso la strada più semplice per definire se stesso continua ad essere nella dichiarazione di ciò che non è. Così, se il presupposto per essere nel mondo deriva da un principio di negazione che accomuna tutti, da Israele all’Iraq e fino al nostro Mediterraneo, violenze e conflitti divengono ineluttabili.

L’artista nella sua ricerca, ha individuato che “ i 79 Stati coinvolti in questo enorme sforzo economico interessano il 51,6% della superficie emersa della terra. Segno che sono grandi Stati a promuovere queste iniziative: a partire dagli Stati Uniti, per finire alla Russia e all' India, fino alla ricca Arabia Saudita. E' poi sconcertante che anche all'interno di singoli Stati ci siano delle barriere a separare un’ideologia dall'altra (Berlino, il muro per antonomasia), una religione dall'altra (Irlanda del nord, Irak), popolazione ricca da quella povera (Perù), popolazione "normale" da immigrati, spacciatori, prostitute (Monaco di Baviera, Padova). Sotto il profilo economico è difficile, in molti casi, reperire non tanto il costo di costruzione, quanto gli enormi  costi di manutenzione delle infrastrutture, quali strade o opere in sabbia, e soprattutto il costo del personale destinato alla vigilanza: a seconda delle fonti, da 100 a 200.000 soldati e volontari  presidiano il confine tra Marocco e Sahara Occidentale, dove è stata realizzata la barriera più lunga al mondo dopo la Muraglia Cinese, iniziata nel 1947 e ultimata nel 1991”.

Circa 50 gli acquerelli esposti, alcuni dei quali uniti in mosaici che compongono quadri di grandi dimensioni, come Siamo partiti da molto lontano una fra le opere che Orioli ha realizzato in occasione della mostra, che consiste in 16 fogli ad acquerello su carta per una grandezza di quasi tre metri.

Lo sguardo di Orioli è quello di un viaggiatore che osserva e cattura con spirito romantico le lente trasformazioni del paesaggio, lo scorrere del tempo e scenari di paesi lontani tra loro” racconta la curatrice Brunella Velardi spiegando che è forse per questo che l’artista “non può restare indifferente alla smania della chiusura, e sui suoi appunti di viaggio imprime l’orribile catalogo delle barriere territoriali. Le lunghe serie di cartoline di Da che parte siamo?  e Otto turni al timone tra Melita Walley e Birsa Bank ricostruiscono un sinistro pattern di reti e fili spinati tra i quali lo sguardo si sforza di sbirciare, senza però riuscire ad escludere dalla messa a fuoco ciò che si impone in primo piano. Come accade in Noi di qua e in Voi di là , l’impossibile tentativo di scindere ciò che è uno, di sdoppiare due facce della stessa medaglia: succede solo che da uno dei due lati del muro si ha una fortuna negata all’altro, l’illusione di un orizzonte più lontano”.

E’ questo il fil rouge che lega le opere in mostra, in una sorta di brutale excursus, quanto mai attuale, che sintetizza il ciclo cause-conseguenze, da muri alti fino al cielo a imbarcazioni  sprofondate in mare. Si situa, infatti, cronologicamente a chiusura del percorso, insieme a il polittico Siamo partiti da molto lontano, l’installazione Mai più morti in mare.

Noi di qua, voi di là è uno sguardo che attraversa, non per tornare indietro ma per oltrepassare. Ferruccio Orioli viola quel divieto per afferrare con gli occhi ciò che c’è al di là e scoprire che dietro grate e reti non c’è un oscuro nulla, ma il medesimo mondo che è al di qua. Che ci appartiene e a cui apparteniamo.

 Parte del ricavato della mostra sarà devoluto all’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

 

Ferruccio Orioli

Ferruccio Orioli, veneziano, architetto, ha lavorato dopo la laurea in Basilicata - a Tricarico e a Matera - e poi a Roma occupandosi di pianificazione urbanistica e di opere pubbliche. Il suo rapporto con Napoli inizia nel 1982 come consulente del Commissario Straordinario di Governo per la ricostruzione post terremoto. Da Roma si trasferisce definitivamente a Napoli dove lavora anche per committenti privati, in particolare l'albergo Vesuvio, dove ha realizzato, in collaborazione con Gianmarco Biele, una interpretazione in gres porcellanato del vulcano dal cui interno spunta un ulivo. Da sempre utilizza la tecnica dell'acquarello applicandola a vari formati: da quello piccolo dei carnet 21x13 a un formato standard di 70x50 con il quale compone immagini di varie dimensioni. Tra queste una visione di Napoli, dall'interno della città verso il mare, da Posillipo al porto, lunga circa 27 metri e alta 4, in procinto di essere installata all'ingresso della nuova Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II a San Giovanni a Teduccio.

 

            

 

      

video della mostra https://youtu.be/0Y7iGu39680


7-30 novembre 2018

 

 

                         

             

             

 

 

 

    

 

 

 

 

 


                   

10 - 30 ottobre 2018

     Claudio Rubano - Leonora Velasquez di Domenico

                        

 

 

 

 


13 giugno  - 26 settembre  2018

Denis Volpiana  "Allucinazione"

 

                    

 

 

                     

 

 

 

 

     

 

                       

 

 

 

 

 

Per indagare la realtà che ci circonda, spesso modificata dalle nostre stesse percezioni ed esperienze, Denis Volpiana, con la mostra intitolata “Allucinazione”, che sarà inaugurata il 13 giugno 2018 alle re 18,30, presso la Fiorillo Arte, a cura di Daniela Ricci, si basa sull’analisi della storia, sempre attento alle problematiche sociali e culturali. Fortemente proiettato alla rivisitazione ed attualizzazione del mito, intende far riflettere sulle nostre radici, memorie, tracce, sentimenti ed emozioni, con tutte le  implicazioni filosofiche che i temi trattati comportano. L’evento, gode del Patrocinio Morale del Comune di Napoli. Accostare un pittore, come succede per ogni artista, richiede di collocarsi davanti alla sua opera, valutarne il risultato, ascoltare l’emozione che essa trasmette e reciderne i fili che la legano all’individualità privata dell’autore, perché quei legami possono essere fuorvianti. Nel caso di Volpiana, nato a Vicenza, dove vive e lavora, tale separazione risulta difficile. La pittura per lui è una condizione esistenziale, una ricerca della bellezza che ci sovrasta, la possibilità di stabilire un contatto diretto con le opere attraverso le quali tenta di restituirci la sensazione di una magia, un incantesimo come una sorta di viaggio introspettivo nelle vicende esistenziali della vita, rese con immagini e naturalezza  per analizzare ciò che c’è nel profondo del suo animo e per edificare come un “muratore dell’universo”, in maniera astratta, cieli, colline, case e oggetti, sensazioni che lo colpiscono e che gli restano nella memoria. Attraverso i suoi dipinti dunque, viene analizzata la “frattura” che esiste tra realtà e immaginazione. Una via di accesso alle strutture profonde del reale, una ricerca continua che approda ad un’immagine del mondo è nel contempo il riverbero della propria coscienza, la sua esplicitazione sensibile,  resa con un’intima urgenza espressiva. Il titolo “Allucinazione”, intende essere soprattutto una riflessione sulla natura, il caos e il tentativo di ristabilire un nuovo ordine di idee, per mostrare tratti indefiniti, fluidi, spazi improvvisi per alterare le regole dell’immobilità e di rigidità. Composizioni astratte, improbabili, che non lasciano all’occhio di chi osserva alcun approdo certo, restituiscono contorni che perdono di essenzialità per poi assoggettarsi ad un groviglio di forme, colori, segni, linee spezzate. Circa 15 lavori, realizzati ad olio su resina ed anilina  di grandi dimensioni e un’installazione composta da tante balle di  funghi (un insieme di terriccio compresso formato da letame stagionato, paglia, materiale calcareo e qualche residuo organico che sembra ricreare un sottobosco all’esterno della galleria), svelano una scrupolosa aderenza al mondo rappresentando semplicemente critica-infrazione-rifiuto del senso logico senza la pretesa di ristabilire un nuovo ordine di idee. Richiami pittorici, plastici e ambientali guideranno lo sguardo dei visitatori nell’alchemico mondo di Volpiana, costantemente nutrito di suggestioni provenienti tanto dal mondo scientifico quanto da quello spirituale. Attraverso la scomposizione di forme naturali, l’artista, rielabora forme legate all’origine della vita, cellule, DNA, ma senza nessun fondamento scientifico, allucinazioni appunto, soffermandosi soprattutto a considerare la struttura della mente, dei neuroni, delle loro sinapsi per esplorare le parti più misteriose del nostro cervello, in un progressivo addentrarsi nelle pieghe del mistero delle origini della vita. Lo squarcio del pennello in profondità e l’indagine dal micro al macro cosmo condotta attraverso l’astrazione pittorica, arricchita di influenze ottico-cinetiche, che riportano l’immaginario comune alle origini della creazione, al grado zero dell’esistenza, laddove il “tutto quantico” è in costante divenire ed un rapporto armonico con la natura abita ancora la sfera del possibile. L’artista esplora la relazione esistente tra arte e natura attraverso un paziente lavoro di smembramento delle forme organiche, come nel caso dei suoi funghi, ricavati sui supporti e nei lavori con ricche cromie. Itinerari ermetici e simbolici che girano sempre intorno a una sorta di prospettiva di destino umano, motivazione evocativa di una dimensione esistenziale in fondo perduta, è ciò che tenta di comunicare Volpiana, attraverso una sorta di narrazione pittorica intrisa di atmosfere e fantasmi onirici. Il suo fare arte potrebbe ricordare quello espressionista astratto di Pollock con la sua maniera di dipingere in cui il colore viene impresso spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele o al iglior Willem De Kooning. L'opera che ne risulta  enfatizza l'atto fisico della pitttura stessa compiendo gesti incondizionati e spontanei.

Scheda mostra

Artista: Denis Volpiana

Location: Fiorillo Arte, Riviera di Chiaia 23, Napoli, tel. 081.662473-3472947429, www.fiorilloarte.com

Vernissage: Mercoledì 13 Giugno 2018 ore 18,30

Finissage: Mercoledì 4 luglio 2018 ore 18,30

Patrocinio Comune di Napoli

Curatrice e Ufficio Stampa: Daniela Ricci  


 

                                      Mercoledì 9 maggio 2018 ore 18.00

                                  Bruno Patanè 

                                            "Novecento Protagonisti "   

                                                                                                                                            

              

  

               

 

    

I video della Mostra

 

                        Allestimento: hthttps://youtu.be/hTmk7iMD_hE

          Inaugurazione :https://youtu.be/0kwv_88xa1M

          Omaggio a Lina Mangiacapre video : https://youtu.be/mQT5gnoTmJo

 

 

                        

 

 

 

 


 

 

Venerdì 24 Novembre 2017 ore 18.00     

                       Ruben D'Agostino "Consapevolezza"

 

mostra ruben d'agostino

 

Ruben nasce a Napoli il 2 marzo del 1981. Figlio di architetti, cresce in un

ambiente creativo e ricco di stimoli. Fin dall’adolescenza mostra una spiccata

propensione per le arti grafiche e la costruzione di oggetti con ogni sorta di materiali.

Osserva quello che accade intorno a lui e sviluppa con il tempo un sempre maggiore senso critico verso la società che vede pian piano avvicinarsi ad un baratro, manifestando il suo disappunto in semplici schizzi, disegni o foto.

Le opere di Ruben strizzano l’occhio alla POPART, rivolgendo la propria attenzione ad oggetti, miti e linguaggi della società dei consumi.

Tuttavia, diversamente dalla POPART, il suo “popular” non è da intendersi come arte di massa, di produzione in serie, bensì come arte per il popolo.

L’artista si rivolge alla società contemporanea, in profonda crisi, senza prospettive e che guarda al passato con rancore. Nelle sue opere si scorgono i responsabili di crimini umani terrificanti e il piacere ludico della scoperta. Con animo da rigattiere, raccoglie supporti e recupera oggetti di un passato vicino, li rielabora, facendoli diventare i componenti imprescindibili delle sue opere.

Tramite il gesto, che potremmo definire “di riutilizzo”, carica gli oggetti di un significato altro, innescando associazioni molteplici nelle sue opere che a volte hanno un aspetto appetibile e rassicurante ed altre pericolosamente repulsivi.

Con il tempo, l’uso del collage e dell’assemblaggio lo conducono alla sperimentazione e alla riproduzione dei soggetti prescelti con la tecnica del calco in gesso, considerando il mero montaggio alcune volte limitante.

Nei lavori di piccole dimensioni immortala effigi partenopee e simboli del sogno americano, ibrida le immagini del cinema d’azione d’oltreoceano, della pubblicità (quella ingannevole) e della cronaca, adottando una tecnica che richiama, nel tratto nero di contorno e nei riempimenti a pieno colore, il disegno semplificato del fumetto.

Le opere di Ruben si muovono tra il nostalgico e l’ironico, tra la serenità e la catastrofe emotiva con tutta la libertà di chi non sente di dover dimostrare nulla a nessuno, se non la propria intensità espressiva.

 

foto Ruben D'agostino

 

 

 


 

 

Otello Ciarciaglini

Martedì 24 ottobre 2017

" Riflessi "

Martedì 24 ottobre alle ore 18.30, presso la Galleria Fiorillo Arte - Riviera di Chiaia 23
 personale di  Otello Ciarciaglini dal titolo  “ Riflessi “ .

“Lo stile fotografico di Otello Ciarciaglini -  sostiene Giovanni  Cardone – è fatto  di sensazioni che scaturiscono dalla visione dei suoi scatti che risvegliano qualcosa che va oltre la mera contemplazione del reale. …..c'è sempre un qualcosa che, evidente o implicito, in funzione di una visione più analitica, conduce il pensiero oltre lo sguardo.

“ … la fotografia di Ciarciaglini rappresenta qualcosa del reale facendo però  intravedere in maniera chiara ciò che vi sta oltre, trattasi di considerazioni esistenziali o sociologiche, trattasi di suggestioni estetiche. “

La mostra è visitabile fino al 15 novembre dal Lunedì al Venerdì  9.30 -13.30









      

IL VIDEO DELLA MOSTRAhttps://youtu.be/k5QYCnlgihA https://youtu.be/k5QYCnlgihA

Alla inaugurazione della mostra si potrà ammirare anche il nuovo Progetto di trasformazione/istallazione di Teresa Mangiacapra (Niobe ) da “ Cornici “ a  “ Rosari di pietre – preghiera al vento“. 

Pietre nere a comporre  ‘rosari di pietre’;  Angeli del Silenzio uniti al Libro degli Angeli  ed una

” Preghiera al vento “ di Niobe che, riportata su lastre specchianti, diventa mare.

 Invito a giocare con il riflesso di sè che suggerisce nuove e inattese risposte , invito alla preghiera come attraversamento di coscienza che può indicarci via e percorso.

 

 

 




 

Ange D'Arista

Venerdì 9 giugno 2017

CYCLONES

 

                                       

                        Angela D’Arista Solli e’ nata a New York ed e’ cresciuta nella  contea di  Westchester, NY.

Ha studiato presso il Pennsylvania College for Woman a Pittsburg e alla Columbia University a New York.

Angela e’ una musicista, una pianista. Si e’ dedicata al pianoforte studiando al conservatorio di Boston, in Svizzera presso il Conservatorio di Zurigo e alla Greenwich House Music  School a New York .

E’ stata allieva di grandi maestri come di Paolo Nardi,  Herman  Diaz e altri.

Trasferitasi con la famiglia a Napoli ha frequentato la Scuola di Capodimonte  dove ha ricevuto un diploma nella forgiatura di figure di piccole dimensioni con la specializzazione in porcellana.

 Nel 1981 ha sposato Raffaele Solli con cui ha vissuto a Napoli scrivendo poesie, insegnando il pianoforte, componendo. Ha elaborato un metodo di insegnamento del pianoforte per bambini.

 Negli ultimi anni si e’ interessata al disegno a cui si e’ dedicata con grande passione, completando con quest’ultima forma espressiva il suo impegno artistico e creativo.

Il video della mostra  https://youtu.be/OBe2cknh6uk

  


 

Ginny Sykes

 

8 ottobre - 20 novembre 2016

L'Iniziazione





   

 Rappresentazione contemporanea di un antico rituale. Fonte ispiratrice gli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei.

Performance di Ginny Sykes in collaborazione con Teresa Mangiacapra

con: Clara Bocchino, Anna Bocchino, Teresa Raiano

Musica: Victor Sanders     Videoriprese: Luigi Montefoschi

Dopo il successo della sua recente personale presso la Sala delle Terrazze di Castel dell’Ovo, Ginny Sykes ritorna ad esporre una selezione di opere allo Studio Fiorillo Arte, per introdurre la sua performance intitolata “L’Iniziazione”: rappresentazione contemporanea di un antico rituale che riguarda le donne della storia e delle divinità femminili.

Usando diversi media espressivi, disegno, video e performance, che richiedono l’attiva partecipazione dello spettatore, l’artista americana, tenta di  indagare le contraddizioni della società e riflettere sugli schemi realizzativi della pittura e dell’arte in generale. Fonte ispiratrice gli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei, per riuscire a fare un confronto tra generazioni, luoghi, prima e dopo, che generano affascinanti riflessioni sugli effetti che il tempo inesorabilmente produce, in particolare, durante la performance, realizzata in collaborazione con Teresa Mangiacapra e la partecipazione di Clara Bocchino, Anna Bocchino, e Teresa Raiano, con musica di Victor Sanders, videoriprese di Luigi Montefoschi, e al violino Ida Rispoli. Si “racconta” un rito cerimoniale con scene distinte e meticolosamente articolate che fanno riferimento ad antichi riti di iniziazione, dove vengono evidenziati sentimenti di paura, trepidazione, tormento, coraggio, resa, in una ciclicità senza fine. La performance, basata sul corpo è un processo di iniziazione alchemico, dove sia il pubblico, che la performer sono trasformati. Come scritto da Katherine Bradway in un suo articolo del 1982 “Villa dei Misteri, Riti di iniziazione delle donne- questi riti promuovono uno sviluppo psicologico ed una illuminazione, connettendo il personale e trans personale associato all’estasi ed esaltazione…..identico all’idea di Jung della funzione del processo di individuazione, dove i riti di iniziazione servono a trasformare l’ego in relazione del sé”. “L’arte- afferma Sykes prendendo spunto dal regista Akomfrah- può cambiare la struttura molecolare di come le persone immaginano il loro futuro.

La mostra è visitabile fino al 20 novembre.

 

 

 

 

 

Ginny Sykes vidohttps://youtu.be/BUCIfW8g3TAf


 

Ferruccio Orioli

20 maggio 28 luglio - proroga fino al 26 settembre 2016

In ricordo del Capitano O'

 

Ricordare mio padre, che è stato in mare per quasi quarant'anni, significa tenere insieme, in modo quasi inestricabile, realtà e fantasia. La realtà legata ai pochi racconti e ai frammenti di notizie che arrivavano saltuariamente e con grande ritardo per lettera; le fantasie che si scatenavano, e si scatenano tuttora, in relazione all'assenza e alla lontananza. L'una e le altre sono insediate dentro di me confondendosi nel tempo, fino a costituire una terza dimensione del ricordo nella quale le questioni di allora e l'urgenza delle questioni di oggi si mescolano come le tessere di un domino prima di essere distribuite ai giocatori.

I materiali della mostra "In ricordo del Comandante O" sono infatti come delle tessere, i cui collegamenti, solo in apparenza esatti, prescindono dai tempi degli avvenimenti raccontati e dalla loro realtà fattuale ma, nello stesso tempo, testimoniano di esigenze che prendono le mosse da un territorio interno in continua riconfigurazione. Perciò, tra i nomi delle tante navi sotto il suo comando ho scelto quello di  "Ulisse", nome simbolo del vagabondare per mare; e tra le tante classi di navi sulle quali ha girato il mondo, lui specialista di mega-petroliere, ho scelto la classe "Liberty" nave da trasporto con la quale ha navigato molti anni, prima di portarla nel 1954 in Giappone per la demolizione.  Il suo vagabondare è stato riportato in una porzione di mare molto limitata quale è quella del       golfo di Napoli- Anceh in questo caso rappresenta tutti i mari solcati dal Comandante O, dove perciò possono accadere

eventi straordinari, e di conseguenza le storie prendere direzioni  del tuttto inaspettate.

Quattro mesi passati con lui a bordo di un cargo mi hanno fatto sentire la fatica del navigare e le inquietudini che suscitate dalla solitudine sia di chi è a bordo, sia di chi aspetta a casa. Per dare maggiore consistenza a questi due estremi a ogni immagine sono stati associati degli oggetti. Alcuni propri della storia del Comandante O; altri derivati dalle fantasie e dalle possibilità di approdare, tramite queste, a altri porti, altre storie, altri sogni.

 

 

             

 

 

 

 

 

 

 

 

            

 

             

 

INCONTRO -APERITIVO DEDICATO AI NAVIGANTI

8 GIUGNO ORE 19.00 

I velisti napoletani incontrano “il Comandante O” di Ferruccio Orioli

Mercoledì 8 giugno alle ore 19, presso la Galleria Fiorillo Arte (via Riviera di Chiaia 23), in occasione della mostra di Ferruccio Orioli “In ricordo del Comandante O”, il mondo della vela napoletano si riunisce per un incontro aperitivo dedicato ai naviganti aperto a chiunque va per mare nella realtà, faticando o divertendosi, e a chi per mare ci va anche con la fantasia.

Durante la serata sarà proiettato il video " La lunga Planata (ARC 2014) che documenta la regata transoceanica Atlantic Rally for Cruisers della "Cutty Sark " di Francesco Felice Buonfantino da Las Palmas de Gran Canaria a Santa Lucia ai Caraibi.

L’equipaggio, presente alla serata, è composto da Antonello Postiglione imprenditore, velista e pallanuotista olimpionico, Enrico Lanzillo , ingegnere che inizia la sua carriera nel 1974, che ha navigato per 30.000 miglia in tutto il Mediterraneo, Daniele Fiorillo, imprenditore navigatore esperto e vincitore di una Middle sea race e Stefano Mango architetto navale e vincitore su una sua imbarcazione della Roma per due del 2009.

La mostra di Ferruccio Orioli, inaugurata lo scorso 20 maggio e visitabile fino al 28 luglio 2016, è un percorso tra realtà e fantasia che narra la storia del lungo viaggio per mare del padre dell’artista attraverso opere composte da elementi scritti, disegnati, costruiti e ritrovati che, come capitoli di un libro immaginario, navigano in una trama che si muove indifferentemente nel tempo passato, presente e futuro.

Gli spazi che si definiscono sono quelli reali e mentali dell’artista, che parlano della realtà più dura legata alla fatica dello stare per mare, come delle fantasie che da sempre il mare suscita.

"Il suo vagabondare è stato riportato in una porzione di mare molto limitata qual è quella del Golfo di Napoli. Anche in questo caso rappresenta tutti i mari solcati dal Comandante O, dove perciò possono accadere eventi straordinari e, di conseguenza, le storie pren- dere direzioni del tutto inaspettate. Quattro mesi passati con lui a bordo di un cargo mi hanno fatto sentire la fatica del navigare e le inquietudini che suscitate dalla solitudine sia di chi è a bordo, sia di chi aspetta a casa. "      Ferruccio Orioli

 

 

                                 

 

  

 

            


 

Luciano e Marina Lauro

12 dicembre 2015 - 30 gennaio 2016

SCENE DI QUOTIDIANA FOLLIA

 

Luciano Lauro è un poeta dell'anima. Attraverso la sua pittura fortemente espressiva, i suoi personaggi vivono la "follia" dell'esistere conservando la speranza di un riscatto. La cromicità e il disegno con cui esprime i suoi sentimenti rivelano grande sensibilità alle angosce che attraversano i nostri tempi.

Marina Lauro è stata sempre affascinata dall'arte espressa attraverso la pittura .Ha dipinto "la sua Napoli" dapprima in maniera classica e poi volendo dissacrare la "stereotipicità" della rappresentazione in maniera ironica. Il Vesuvio con i beneauguranti     cornetti e la "mela napoletana, contenitori di tutto il simbolismo partenopeo,rivelano verso la sua città amore e  denuncia.                                                                                                                                                                


Silvio  D'Antonio

21 aprile  - 12 maggio 2015

E' FRAGILE

 

Giovedì 21 aprile alle ore 19:00 presso la galleria FiorilloArte (23, Riviera di Chiaia, Napoli) sarà inaugurata la mostra personale di Silvio D’Antonio. In esposizione  una selezione di opere, disegni, oggetti e collages, eseguite dall’artista salernitano negli anni Settanta, alla quale si affiancano alcuni lavori eseguiti di recente e tratti dal ciclo “Variazioni”.

«[…] La composizione dei quattro triangoli i cui vertici sono fatti convergere (sovrapposti) al centro dello schema –scrive Massimo Bignardi nel catalogo della mostra allestita al Museo-FRAC Baronissi–, D’Antonio la elabora utilizzando le forme elementari di quei segni che, in seguito, figuravano una barca, progressivamente esemplificati dai tagli tracciati sulle facce dei cubi di legno che strutturavano le citate cassette dei primi anni Settanta, quali declinazione di una narrazione ermetica. La barca disegnata secondo la regolare quadrettatura propria dei quaderni della prima età scolare, resa elemento memoriale

dal ricorso a colori primari, saturi come i pastelli a cera, trova una linea di continuità nelle prime opere del ciclo variazioni. In esse è l’ascolto della materia a richiamare l’effetto di saturazione del colore, all’interno di una riduzione elementare della forma, fino a sfiorare l’impersonalità.

Di recente, in questo primo scorcio del 2015, l’insistere su grandi lastre di ferro, anche se di modesto spessore, sulle quali l’artista agisce con effetti di acidi che accelerano il processo di ossidazione, ma anche incidendo irregolarmente in alcuni punti il metallo, si fa necessità di recupero di una propria dichiarata presenza nel processo di realizzazione: la fredda distanza dalla pratica creativa, lascia ora il posto al desiderio di far emergere la propria personalità dalla omologante ‘molteplicità’ che connota l’attuale scena dell’arte.[…]»

 

Venerdì 29 aprile alle ore 19:00 …è…fragile… performance dell’artista, con gli interventi dell’attore Gabriele Vincenzo Casale (voce narrante) e dei musicisti Angela Ferrentino (piano e vocal), Mario Privitera (basso).


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Fusioni tessili Viviane Vital Brasil Eyben

Inaugurazione Mercoledì 15 aprile 2015 ore 18.00

http://undo.net/it/mostra/189422#.VS4rji7VG80.gmail - Pressrelease 15/4/2015

Nell’attuale epoca digitale in cui “il fare” si oppone al virtuale e l’immaginario non viene più fatto,ma si mantiene “pensato”, quasi tutti gli artisti l’importanza della manualità nella realizzazione dell’opera. Dal XIV secolo fili d’oro e d’argento impreziosiscono gli arazzi simboli di ricchezza e prestigio adornando le corti europee . Annie Albers docente di arte tessile del Bauhaus negli anni ’20 esponente dell’arte astratta imprime una svolta nella concezione della tessitura unendo l’intuito scultoreo dell’artista e le antiche arti del tessitore che arriva ad avere lo stesso rango del pittore.
Ecco perché Viviane Vital Brasil Eyben con le sue “Fusioni Tessili” titolo della personale che sarà inaugurata il 15 aprile ore 18 alla Fiorillo Arte alla Riviera di Chiaia 23, tutti oggetti d’arte tra artigianato e design, da’ vita a varie composizioni cromatiche realizzate riciclando stoffe cucite insieme e dipinte completamente a mano, con l’intenzione di collegare tra loro diverse realtà. Il manufatto attraverso il gesto di Vital Brasil Eyben, nata a Rio de Janeiro,ma napoletana d’adozione, che espone per la prima volta a Napoli, totale e permanente, viene centrato sulla trama della comunicazione per diffondere la sua perizia e la forte arte del vivere. Colori sgargianti, linee geometriche, che questa volta non sono il frutto di pennellate sulla tela, tra fili, tessuti preziosi e tensioni, rappresentano un perfetto connubio tra moderno e antico. Forme e colori vengono “plasmati”,assemblati insieme per comunicare i suoi riferimenti cardinali e per far riflettere che non c’è più periferia da quando ogni angolo è collegato a tutto il resto come succede nell’era tecnologica.Armata di tessuti, velluti , shantung di seta, tela di yuta, cotone e tanti altri tipi di stoffe ,aghi di diverse grandezze per le rifiniture, ma soprattutto della sua sensibilità creativa, l’artista, assicura il giusto equilibrio compositivo come se stesse realizzando un quadro. Alcune delle 13 opere presentate, fanno pensare a Kandinskij a Klimt, ma anche a Barisani o altri artisti informali-astrattisti, elaborate attraverso una continua danza per riuscire ad adeguare i filati utilizzati in base alla loro specifica elasticità, colore e consistenza. La mostra sarà visitabile fino al 15 maggio.

 

          

 

https://youtu.be/DE4SnjbNSmc


 

Bruno Agolini

14 marzo - 1 aprile 2015

TEATIME CABBAGE

 

 

Sabato 14 marzo alle ore 18 presso lo spazio 3f fiorillo arte di Napoli, Riviera di Chiaia 23, si inaugura la mostra ‘teatime cabbage’ di Bruno Agolini. Dopo aver esposto prevalentemente in Francia negli ultimi anni, Agolini ritorna a Napoli con i suoi inchiostri su carta. L’esposizione verrà presentata da Maria Ida Catalano, storica dell’arte, docente presso l’Università di Viterbo, saranno proiettati due cortometraggi di Massimo Maglietta e Simonetta Funel che hanno indagato sulla produzione visiva e musicale dell’artista. Nato in Scozia nel 1954, vive e lavora attualmente tra Napoli e l’Alta Savoia.

Durante l’adolescenza elabora spontaneamente il suo linguaggio artistico: la musica, la scrittura, il disegno che si sviluppa da subito come la registrazione di fantasie e libere associazioni di pensiero. Disegni. Dapprima solo a penna, poi via via la tecnica si fa più esperta, il tratto viene elaborato a matita e ripassato a china e i mondi descritti si colorano di inchiostri luminosi e trasparenti. Nascono immagini complesse ed ingannevoli in cui temi inquietanti e fantasie infantili si mescolano in un tessuto continuo. Chi osserva i disegni di Bruno Agolini vede le cose rivelarsi  poco alla volta, ogni forma riconosciuta viene percepita come qualcosa di instabile, che puo’ scomparire improvvisamente e perdersi alla vista.

La musica e la scrittura nascono come un gioco, ma anche come un’esigenza profonda. Ecco quindi il non senso nella scrittura, nei testi delle canzoni, l’inglese, l’italiano, il francese, il napoletano. La musica suonata con i figli, improvvisata, fatta usando qualunque cosa, ma anche lungamente elaborata ed arricchita con i suoni della chitarra, del clarinetto, del sax e di ogni sorta di percussione e poi rifinita, fino a raggiungere composizioni complesse per sovrapposizioni di tracce sonore.

 

 

               

       

          

 

       

      

      

     

 

https://youtu.be/5Sp0Mnw7Z3w


  10 x 10 Arte in Viaggio 

La mostra itinerante da Milano e Palermo ora a Napoli.

Ideata da Valeria Modica e curata da Maya Pacifico

fiorillo arte dal 14 al  28 febbraio 2015

 

 

         

 

 L'arte visiva è oggi più una traccia che un percorso.Questo lo spirito che anima la collettiva  10 x 10 Arte in Viaggio in cui ogni artista ha prodotto quattro piccole opere nel formato di 10 cm. per lato. Allo stesso modo l'idea del confronto non rimane soltanto come astrazione scritta e progettuale               ma infonde veramente le opere che vengono presentate: estetiche e tradizioni differenti entrano in un      rapporto dialettico alla ricerca di un'universalità dello spirito del viaggio che si esprime nella singolarità degli artisti che espongono. Il piccolo formato come micro - categoria della realtà che permette all'artista di creare un micro-cosmo singolare scandito in  quattro diversi momenti: quattro tappe che si fermano, in un istante ma proseguono in un'unica linea che li collega tutti. In quest'epoca di budget striminziti, laddove domina una società che impone austerità e ristrettezze, in un clima come quello attuale di evidente confusione, dove immoralità, denaro e apparenze sembrano le uniche certezze, il piccolo formato sembra davvero un auspicio per ricominciare. Se il tempo dell'arte si è fermato all'anno zero, oggi sta a noi ripartire con il primo punto e passo dopo passo riprendere il viaggio.Un sogno che viene da lontano e che non è ancora finito.   M.P.

           

 

 

 

 

            

 

 

 

 

 

 

 

 

https://youtu.be/nS2YOqv17CI - mostra 10 x 10 - marzo 2015

 


 

Iole Cilento  11,12   - 18, 19 giugno 2014

                                       Ardore. Installazioni luminose, plastiche e pittoriche; contenitori di storie da guardare e ascoltare, aspettando il crepuscolo in una corte incantata.         

 

Per tutti gli amanti di arte e letteratura, una mostra di opere inedite sulle arti sorelle viste attraverso gli oggetti magici del quotidiano: installazioni luminose, plastiche e pittoriche come contenitori di storie, da guardare e ascoltare, aspettando insieme il crepuscolo in una corte incantata. 

ARDORE-CORTO CIRCUITO DI STORIE IMMAGINI E OGGETTI

Istallazioni di Iole Cilento

Mercoledì e Giovedì 11,12 -18,19 giugno  2014


Stefano Piancastelli - Vincenzo Iodice

28 maggio - 10 giugno 2014

Nuda è l’architettura. È ciò che rimane. Senza più involucri, è solo immagine riflessa, scoperta, svelata, denudata. La metropoli senza nome è quella che mostra i suoi tagli prospettici senza dichiarare la sua identità, ma quella universale.

Le immagini fotografiche di Stefano Piancastelli e le opere pittoriche di Vincenzo Iodice sono due interpretazioni della stessa sostanza urbana.

Per Piancastelli le città hanno un limite curvo e si chiudono in se stesse, si specchiano nei loro dettagli strutturali e vivono di luci riflesse. Pezzi di architettura si dispongono su piani irreali, si stratificano e si contaminano. C’è odore di gabbia, ci sono vincoli di ferro e ci sono muri da superare. I confini sono dentro la città, ma anche nei suoi abitanti, anime espulse.

Paesaggio al confine è quello di Vincenzo Iodice. Si va oltre i non luoghi dell’architettura, si va oltre quella terra di mezzo che è la periferia, si va oltre il racconto. Tracce di umanità perduta nel paesaggio si confrontano con imponenti tralicci metallici, monumenti eretti dagli uomini per celebrare un dio elettrico. Sono loro i mostri generati dalle derive del progresso.

 

Enzo Battarra

http://youtu.be/2nCG2OJtB-o



Hector Ramsay

26 settembre 2013

                                                                          A cura di Ornella Fiorillo e Paolo Colussi                                                                               Testo critico di Maurizio Vitiello                                                            Hector Ramsay sui passi di Virgilio. Bisogna passare per Napoli, specialmente per un artista. La città bi-millenaria è capace, per il suo plafond storico, artistico, architettonico, ambientale, antropologico, di calamitare l’attenzione e di offrire una frontiera sorgiva di illuminante creatività.Napoli dovrebbe essere nel taccuino di viaggio di ogni artista, meta dell’anima di ogni uomo sensibile. E a Napoli Hector Ramsay è venuto, e le sue diciotto opere su carta, in esposizione nell’accogliente Spazio Fiorillo Arte, risultano apprezzabilissime per il consistente orientamento grafico nella saliente prospettiva di rivisitare la natura.La natura offre tagli da indagare, da fotografare e scorci, vedute, textures vegetali, fogliame, distese erbose, radici, steli, tronchi, erosioni, spiagge, scogliere intrigano l’artista.Riesce con la macchina fotografica a captare la vibratilità del contesto reale e, successivamente, riesce a riportare l’indirizzo della foto-ricerca, esaltando la vitalità del negativo, con il nero del carboncino sulla carta riportando motivi naturali, esaltati senza la gamma dei grigi fotografici, per arrivare a fissare una metafisica del segno. Con il suo lento lavoro di elaborazione con il carboncino riesce a trasferire il simulacro botanico e la morfologia della natura sulla carta e operando su dimensioni allargate riesce a far sfumare il senso botanico del reale sino a raggiungere altre verità; ad esempio, le ombre fotografate delle palme e riportate coll’uso sapiente del carboncino dettano immagini su carta di raro compendio disegnativo e di forte estensionei                interpretativa. Dalla memoria fotografica al passaggio grafico con il carboncino, usato con delizioso incanto gestuale, restano tracce di una realtà duplicata, che sfumano, però, nell’indipendenza di altri virtuali contesti sino a concepire immagini autonome. 
Hector Ramsay con un allestimento chic esalta la natura, il registro del concept, il mondo del visivo. 
Maurizio Vitiello          Vernissage Giovedì 26 Settembre, ore 18:00 
Galleria 3F Fiorillo Arte                                                                         
Riviera di Chiaia 23 -Napoli 
Orario: lun-ven 9.30-13.30 e 14.30-18 sab e dom per appuntamento 
Ingresso gratuito 



 

 

Hector Ramsay, scozzese di nascita, ama esplorare diversi media, ritornando sempre con piacere al disegno. In particolare il carboncino gli permette di ottenere una vasta gamma di toni, dal nero più profondo al più leggero soffio del grigio. L’impeto vitale della natura nella sua continua lotta per la sopravvivenza diventa il palcoscenico perfetto per ritrovare la coordinazione tra vista e gesto pittorico necessaria a dominare l’irrequietezza del suo disegno. Dopo aver vissuto a Firenze per diversi anni, l’influenza dei grandi maestri si rivela in maniera inédita. Il disegno rievoca spazi, è come un dipinto che avvolge l’osservatore, sul quale l ’occhio si muove libero. La sensazione di tridimensionalità conferisce alle opere una qualità quasi astratta.

Hector Ramsay ,nato in 1959, è un artista scozzese che  vive a Firenze.

Ha iniziato  nel 1985 imparando  varie tecniche decorative architettoniche da “ Leonard Pardon” a Londra, dove ha proseguito come assistente per un anno. Si è specializzato nelle tecniche dell´affresco. Nel 1995 ha frequentato il corso “Técnica della Pittura Murale” presso il laboratorio per affresco “ E. Ed L. Tintori” a Vaianella, Prato. Nel 2000 ha frequentato la scuola “Charles Cecil” a Firenze per approfondire le tecniche del disegno.

 

 

 


La partecipazione al concorso è aperta a tutti i cittadini italiani maggiorenni.

Scadenza iscrizione e invio foto: 11 gennaio 2013.

Premiazione: 16 febbraio 2013, ore 16.30, presso la Sala Comunale di San Severo al Pendino - Napoli.

Info e regolamento: www.renepolicistico.it

Segreteria concorso: concorso.airp@gmail.com

 

Con il patrocinio di        Immagine correlata    

 

1° CLASSIFICATO : Giuseppe Mirone  Looking for Naples

                    

                        2° CLASSIFICATO : Laura Siciliano Libertà

                        

                                    3°CLASSIFICATO : Yuriy Charorinskyy Lungomare serale

                            


       

            Dario Gaipa : Paternità                                          Luigi Mosca :  A moment in  Naples                             Nunzia Marlino : Bolle

 

         

Paola Manfredi : Castello                                             Marianna Fusco : Lungomare                                      Paolo Menduni:  Allenamento all'alba

 

        

Salvatore Micillo : Corsa in libertà                             Giovanni Goscè : Lungomare liberato                                 Sabrina Pennino

 

         

Luigi Mosca: Resistance                                                   Viviana Rasulo: Freccia Rossa                           Ludovica Bastianini: Lungomare di Napoli

 

 

        

Diana Petrarca: Libertà come movimento                            Luca Canzanella                                             Elizabeth Palmer : LIbertà

 

      

Francesca Campana: Incontri uomini e natura    Ludovica Bastianini  : Il venditore di  Bolle                     

 

 

 


Simona Lanzillo

4 dicembre 2013

Ali e Radici. 21 alberi del calendario celtico su plexiglass

 

Ali e Radici. ''L'idea dei lavori presentati in questa mostra nasce da un proverbio arabo 'beato colui che riesce a dare ai suoi figli ali e radici', per dare forma a queste belle parole ho scelto l'allegoria dell'albero, compendio naturale delle due anime:maschile e femminile, padre e madre. L'albero non e' ne' maschio ne' femmina, ha le radici ed anche i rami protesi verso il cielo, lontano, verso il futuro dove vengono scagliate le frecce che nella poesia araba sono paragonate ai figli che prima o poi ineluttabilmente lasceranno il nido ed andranno lontano da noi a formare una nuova famiglia. Solo se ha messo buone radici la pianta crescera' finche', diventata albero, mostrera' con l'estensione dei suoi rami la dimensione della sua profondita'... Ho scelto quindi i 21 alberi del calendario celtico per realizzare altrettante opere su plexiglass e con varie tecniche, di dimensione cm 35 x 45'' (Simona Lanzillo).

 


 

Fiorillo Arte e Associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache

presentano

"TALISMANO "

un libro di Conni Capobianco (edizioni Albatros il Filo)

20 giugno 2013 , ore 18,30

FiorilloArte, Riviera di Chiaia 23, Napoli.

"Talismano non è nato per essere un libro né per essere pubblicato, ma oggi ho l’esigenza di restituirlo e donarlo a tutte/i, sopratutto a coloro che hanno condiviso con me questo viaggio. "C.C.

Intervengono:

Stefania Tarantino dell'Università degli studi di Salerno, e di Adateoriafemminista

Filippo Silvestri dell'Università di Bari

Coordina: Teresa Mangiacapra

Partecipazione straordinaria di Annamaria Ackermann

Presente l'autrice

info:081.7617450

3f.arte@gmail.com

 


 

28 maggio - 20 giugno 2013

 

"anime senza" di Gian Luigi Gargiulo

Testo critico di Mario Franco

Galleria Fiorillo Arte

Napoli - Riviera di Chiaia, 23 (zona Torretta)

vernissage Martedì 28 Maggio 2013, ore 18-21

La mostra sarà visitabile dal Lunedì al Venerdì

ore 10-18 - fino al 12 Giugno 2013

"(...) Con un pizzico di civetteria, Gargiulo si definisce 'un ingegnere prestato alla fotografia', che e' un modo per sottolineare un diverso approccio al mondo - sempre piu' schizofrenico e ambiguo - del mestiere del fotografo, in un momento che ha mutato profondamente i modi di produzione e di fruizione dell'immagine fotografica, dell'informazione a essa connessa e degli altri ambiti legati alla ricerca formale e alla sua conseguente valenza artistica (...)" (Mario Franco). Inaugurazione martedi' 28 Maggio 2013, ore 18-21.



 


 

Rosa Venturelli

"P'a  Via"

9 marzo -  12 aprile 2013


 

Pina Della Rossa
“AL DI LA’ DEL MURO”
://youtu.be/NTrPyNHklvA-mostra di Pina della Rossa
9 novembre – 9 dicembre 2012
Inaugurazione venerdì 9 novembre ore 18,30
Intervento del maestro Mimmo Jodice

Al di la' del muro. Una mostra fotografica di lavori recenti contemplativa e onirica, in dialogo
 con il medium

pittorico, che parte dal reale per giungere a una dimensione dell'anima.


La galleria 3F Fiorillo arte, presenta “AL DI LA’ DEL MURO” mostra personale di PINA DELLA ROSSA che espone una selezione dei suoi recenti lavori fotografici.

L’artista, come scrive Imma De Vincenzo, prosegue nella sua ricerca creativa attraverso una fotografia che diviene sempre più contemplativa, quasi onirica. 

La sua è un’indagine interiore, appassionata ed intensa, che parte dal reale per giungere inevitabilmente a una dimensione dell’anima, visionaria e silenziosa, in uno spazio che diviene infinito, meta temporale. 
Ma a colpire e coinvolgere chi si trova davanti alle sue opere sono anche le particolari tonalità cromatiche, il gioco di luci ed ombre, l'intensità di un particolare. Tutto questo fa assumere ad esse una connotazione intrinseca che va oltre le foto stesse... 

E ci si interroga: ma allora Pina Della Rossa è una fotografa che dipinge o una pittrice che fotografa? Entrambe le cose, evidentemente, perchè in ogni opera si avverte la sensibilità del tocco, l'armonia della composizione, l'emozione che, per prima, muove l'artista, pervade l'opera e da essa viene restituita in tutta la sua intensità.

La porta, emblema del varco, del passaggio-temporale, appare qui evocatrice di una forza magnetica, capace di attrarre a sé l’io, rendendo possibile il superamento delle barriere per raggiungere quella profondità che sempre traspare dalla materia.

La cornice richiama lo specchio, con il suo carico di significati, e l’individuo si ferma, dapprima solo incuriosito, poi attratto quasi magneticamente da essa, che appare misteriosa, magica, quasi “alchemica”: ecco che la cornice diventa limite di una dimensione parallela che affascina, coinvolge e quasi rapisce i sensi e l’anima.
Il muro scompare, lascia posto ad una luce che avvolge e coinvolge il soggetto, lo rapisce e lo attrae, così come chi guarda (lo spettatore), che viene coinvolto fino a sentire e vivere in prima persona l’idea che ha illuminato l’artista, cogliendone il significato più profondo e superando le apparenze.

 

 

 

 


19 Maggio 1 Giugno 2012

Maria Serra (Selvaggia)

 

 


Cleto di Giustino

                                                                        

 

 

 

Individuazioni materiche e tissurali  nelle immagini di Cleto Di Giustino

"La fotografia di Cleto Di Giustino trova origine in una istanza interna, avvertita come urgenza espressiva, che tende

verso una personale individuazione incentrata sul paesaggio agrario e le sue caratteristiche. La focalizzazione di

tale ricerca è stata certamente favorita dall’ampia conoscenza visiva da lui posseduta in quest’ambito, anche per

ragioni professionali. L’artista, nel suo contatto quotidiano con la campagna, ha avuto infatti la possibilità di osservare

il terreno in molteplici circostanze, dunque nelle varie declinazioni offerte dal paesaggio naturale, finché questo

non gli si è presentato attraverso particolari che rivelassero una loro peculiare consistenza autre. Da qui l’eliminazione

nei suoi lavori di una tradizionale visione paesaggistica e la conseguente, personale individuazione che fa risaltare

l’elemento materico, permettendo così di leggere l’opera in un’ottica postinformale."

"L’indagine del fotografo teramano ha per oggetto i campi segnati dal passaggio dell’uomo, come le cosiddette

andane, lo spazio di terreno che reca le orme del lavoro delle trebbiatrici: sono queste le tracce di qualcosa che è

già trascorso, ma di cui è possibile in qualche modo perpetuare l’esistenza per mezzo di un autonomo linguaggio

espressivo. Cleto Di Giustino è arrivato a tale risultato gradualmente,per tappe lente e successive, senza mai modificare

il paesaggio naturale che quotidianamente gli si offriva alla vista e di cui il suo intimo sguardo è andato da

sempre alla ricerca.

Da alcuni anni l’autore collabora alla riprese che Mimmo Jodice effettua per il calendario della Banca Tercas; e lo fa

con entusiasmo, dal momento che i tempi di riflessione e le modalità di approccio operativo del grande fotografo

sono utilissimi per consentirgli di raggiungere le individuazioni desiderate e per definire le scelte più giuste a favorire

un risultato artistico di spessore."                         

Manuela Valleriani

 

 

https://youtu.be/sI-4dOxgPwk

  


Giovanni Izzo

22 ottobre  - 19 novembre 2011

AU BORD DE LA MER 

http://youtu.be/IQ7XFboVthU- mostra di Giovanni Izzo - ottobre 2011

 

….Una minuscola striscia d’Italia dove anche l’ovvietà spesso assume i caratteri tipici dell’incertezza , che poi col tempo (poco) si trasforma addirittura in delirio . Il Litorale domizio è anche questo ; talvolta molto di più . Ed è proprio il  “più”, quello che per alcuni è degrado, per altri valore aggiunto, che viene pennellato nei lavori di Giovanni Izzo. E se Madre Natura avesse la necessità di incaricare qualcuno che imprima in maniera indelebile su pellicola cosa l’uomo è riuscito a creare e a distruggere sul Litorale Domizio, non avrebbe dubbi, sceglierebbe Giovanni Izzo.

                                                                                                              Vincenzo Ammaliato (Il Mattino)

 

   

 

   

 

   

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Nel contesto della mostra Free Tibet Fiorillo Arte presenta il 23 marzo 2012 alle ore 18.00


 GENTE DI DHARAMSALA mostra fotografica di Paola Gareri
 "Il tessuto di cui è fatta l'anima tibetana è raro…E’ un popolo che per la ricchezza    spirituale e la profondità delle conoscenze che detiene, andrebbe tutelato e protetto gelosamente come Patrimonio dell'Umanità" Così dichiara l’artista calabrese che presenterà le sue foto arricchendo
la mostra Free Tibet

Gino Sansone ci guiderà nella Meditazione Buddista d’Amore e Compassione dal Bodhisattvacaryavatara di Shantideva


     

Comunicato

Free Tibet - arte,testimonianze,video per raccontare una storia che riguarda tutti.

Inaugurazione : 9 marzo 2012,ore 17:00 - Fiorillo Arte -Riviera di Chiaia ,23 Napoli

Il 10 marzo (anniversario dell’invasione del Tibet ) si svolgerà a Roma , presso     

l’Ambasciata Cinese una manifestazione di solidarietà per il popolo tibetano; a

Napoli ,l’Associazione Yogart, Le Tre Ghinee/Nemesiache, La Scuola Yoga

Integrale e l’Associazione Italia/Tibet di Napoli propongono per l’occasione una

mostra d’arte e una serie di eventi che si svolgeranno dal 9 marzo al 10 aprile

Continuano ad immolarsi, giovani e disperati, i monaci tibetani. Sono ormai 23 di cui 3 monache.

Vengono chiusi i loro monasteri, non vedono  in un paese cinesizzato dove il buddhismo sta diventando

solo un attrazione per i turisti. Non c’è neanche speranza fuori, a parte la solidarietà a parole, la Cina

è troppo potente e ricca perché lfaccia qualcosa. Questa è la triste verità e il Losar di quest’anno

(Capodanno tibetano che dura 2 settimane) non è certo festeggiamento ma commemorazione e

preghiera per le tante autoimmolazioni e gli arresti arbitrari, tra cui quello dello scrittore Gangkie

Drubpa Kiab,il 19 febbraio a Sethar;  non si permette ai tibetani nemmeno di recarsi ai monasteri

 per pregare …"… gli artisti,attraverso la musica, la pittura o la scultura,si tratti di messaggi

costruttivi o distruttivi,sono in grado di raggiungere milioni di persone. Quindi essi possono generare

pace,amore,compassione e armonia,e questo, sapete,è ciò che tutti vogliono,e

tutti pregano ansiosi di ottenerlo." XIV Dalai Lama

ore 17 -Inaugurazione : "Vibrazioni su Scale di Differenze"-installazione di Niobe; "Opere al vento" di artisti di vari paesi ; "Tibet:un milione e 300 mila morti " intervento di Gino Sansone ; "Racconto in parole e immagini di Piero Sirianni; "Osservare il flusso…"- intervento di Paolo Colussi;

 

 


...ritornano

in mostra

Fiorillo Arte - Riviera di Chiaja,23 - Napoli

17 dicembre 2011-17 gennaio 2012

inaugurazione 17 dicembre 2011 - ore 17.00

"Mi è parsa un’idea assai felice di festeggiare questo primo anno di vita culturale e artistico alla Fiorillo Arte con una collettiva che vedesse insieme nuovi lavori di ciascun artista passato in galleria per poco o più tempo, nel desiderio consapevole di coesione e condivisione di creatività ed espressione artistica nelle opere come nella vita per migliorarne la qualità e le prospettive."        Teresa Mangiacapra

 Fiorillo Arte presenta

Sergio Capellini, Federica Cerami, Maria Rosaria Cocchia Eboli, Maurizio Esposito, Giulio Fabricatore, Giancarlo Ianuario, Luminita  Irimia, Eveline Krumnau, Giuseppe Antonello Leone, Teresa Mangiacapra, Luigi Montefoschi, Carlo Palermo, Ludovica Rambelli, Francesca Sciarra, Manuela Vaccaro, Umberto T. Vocaturo.

Video di Bruno Aymone

… ritornano in Mostra." alla FIORILLO ARTE Riviera di Chiaja,23 – Napoli inaugurazione 17 dicembre 2011- ore 17.00 fino al 17 gennaio 2012 .
L’eterogeneità di questa mostra che presenta opere così diverse in tecniche e stili può lasciare forse sconcertati ma ci sono richiami continui di ricerca ,contenuto e ispirazione che affievoliscono e forse rendono ancora più interessante tanta diversità: cosi il "Mare Nero" di Federica Cerami inquieta per la sensazione forte che si ha di guardare non più un elemento fluido ma solido e minaccioso nonostante il riflesso dorato mentre la solidità di pietra nelle immagini di Giulio Fabricatore diventa voluttuosa plasticità ; l’ idea di ‘straniamento’ che ci dà l’immagine del "Melograno" di Umberto Vocaturo che sembra offrirsi ,così’ inchiodato’ come vittima sacrificale a divinità distratte o indifferenti,richiama la ‘famigliola’ritratta, di spalle nell’immagine luminosa e tersa di Maurizio Esposito " Gaiola 2011" che ritrae tre persone in apparente contemplazione di fronte al mare e al cielo ma sono assenti,distanti,altrove; le grafiche "Ascolto" e "Attesa"di Antonello Leone ,che da eccezionale maestro di arte e di vita opera e domina con segno deciso e tocco magico qualunque materiale, svelano la forza immaginativa e operativa che non ammette sosta; al lavoro di Luigi Montefoschi "Koyaanisqatsi",immediato nella sua messa in evidenza del rapporto distorto e di prevaricazione dell’uomo verso la natura risponde l’urlo invisibile trasmesso dal sensuale corpo di luce e colore della "Sirena Partenope Suicida" di Manuela Vaccaro che grida al mondo quanta perdita con il Mito e potremmo dire a causa dello stupro e la violenza perpetrata contro la natura e il femminile ,è avvenuta e avviene; di rimando fa eco il Mito ritrovato o mai perso di Giancarlo Ianuario che pone i suoi "Guardiani del Fuoco"a difesa della Madre Terra ;il lavoro di Lumi "Prima Sinfonia" comunica bene con la scultura di Carlo Palermo "Ascoltando Mozart" e se nella prima opera l’ironia domina ,suggerendo sinfonia di carta,carta preziosa alla nostra façon de vivre,cioè carta igienica… la seconda ci trasporta immediatamente in un relax piacevole come solo la grande arte musicale può regalare;tornano gli" Angeli "di Teresa Mangiacapra a sovrastare o percorrere schegge di vita tra cornici che non racchiudono né delimitano,angeli come portale verso il sogno ,richiamano immagini di libertà,di cielo come quella di Francesca Sciarra con la sua veduta aerea di "Piazza del Plebiscito" che suggerisce un abbraccio armonico a cui non vorremmo sfuggire.

Teresa Mangiacapra

 

 


 

 

Luminita Irimia

29 settembre - 15 ottobre 2011

Sogno della realtà

http://youtu.be/VrUy8IxEVLk - mostra di Luminita Irimia - ottobre 2011

 

  1. Siamo la coscienza in un corpo e non viceversa. Siamo eterni e la morte è un passaggio,non è una fine.”Così afferma Lumi che ricerca nella sua espressione pittorica di dimostrarlo e mostrarlo in maniera ironica e autoironica con una dimensione visionaria,onirica,luminosamente colorata .Una pittura surreale dove ogni soggetto rappresentato è smembrato,frammentato,distrutto...ritratto in una perdita di forma eppure ancora riconoscibile. Lumi vuole cogliere l'essenza della realtà che per lei è illusione e per farlo ha bisogno di sezionare,aprire,entrare,penetrare e cogliere nell'attimo della fine,della morte della separazione dalla 'forma' nota,l'oggetto ,che, proprio in questa trasformazione, mostrerà di non essere finito ma di essere diventato qualcosa d'altro che conserva la memoria della sua forma primigenia. Per Lumi tutto è riducibile all'infinito e perciò riconducibile all'infinito in un processo continuo di metamorfosi .di passaggi ininterrotti dal macro al  micro , di morte e rinascite perchè  dalla vita non si esce, perchè  tutto è energia e l'energia – compresi i buchi neri – è   vita. Il potere di crearla è nelle nostre mani,nelle relazioni cogli altri e le altre,con noi stesse/i.,con l'ambiente in cui viviamo e allora ecco che la luminosa colorata pittura di Lumi acquista un sapore tra l'amaro e il gioioso,tra il tragico e l'auto - ironico in un racconto di segni mai casuali ma ben selezionati e pensati, perchè lei, sulla tela cerca di riprodurre l'essenza delle cose di cui distrugge la forma ,per lei, distrattiva, apparente e illusoria e la discioglie  in una soluzione alchemica tramite la sua pittura trasformandola in una nuova realtà.

 

7 settembre 2011                                                                                                                                                         Teresa Mangiacapra

"Segui il percorso della formica" con un sorriso Lumi, ovvero Irimia Luminita, invita ad accodarsi alla guida d'eccezione da lei scelta, per questo viaggio nelle sue opere surreali.In effetti, l'intera esposizione allestita presso la Galleria Fiorillo Arte, si snoda lungo un tragitto segnato da gigantesche formiche, fuoriuscite appunto da un "formicaio artistico", queste si arrampicano lungo le pareti a curiosare tra le tele, per poi convergere verso una sorta di spirale, dal cui centro ascendono fino al soffitto.Un'istallazione che si presta ad una miriade di significati: elogio della laboriosità, dell'impegno e dell'ordine necessari  per perseguire un obiettivo, ma anche la rappresentazione della "brulicante" attività cerebrale se si considera il formicaio come un'unica entità vivente. Del resto la formica, nell'interpretazione dei sogni, è anche simbolo dell'ordine segreto dell'incoscio collettivo, nonchè dell'affannosa ricerca della propria identità.Se nella visione di Dalì le formiche rappresentano la morte, la decadenza e uno smisurato desiderio sessuale, il messaggio di Lumi è più positivo, in quanto attiene a tutto ciò che è fervida attività vitale, una sorta di joie de vivre capace di superare anche i limiti imposti dalla materia."Siamo la coscienza in un corpo e non viceversa. Siamo eterni e la morte è un passaggio, non è una fine" l’artista rumena attraverso la complessa allegoria di dipinti dal cromatismo intenso, schiude le porte del suo immaginario onirico, cercando di sovvertire la percezione stessa della realtà: non è solo durante il sogno che si sperimenta l’irreale, bensì, è la nostra personale cognizione della realtà ad essere irreale, in quanto prodotta dalla sola combinazione della dimensione percettiva e sensoriale, sperimentata del singolo.  La realtà esplorata da Lumi è "essenziale", ciò che vuole rappresentare è la reale essenza delle cose, rielaborando la forma e la materia dei suoi soggetti sembra dar corpo così al noumeno di kantiana memoria: affidandosi ad un preciso simbolismo ed alle suggestioni metafisiche di improbabili scenari dell’anima, il formale diventa informale.Non è un caso se il moto ascensionale delle simpatiche formiche, prende il via proprio davanti al gruppo pittorico di tele dedicate ai quattro elementi: il fuoco, la terra, l’aria e l‘acqua "regni del cosmo, in cui tutte le cose esistono e consistono".Anche "La Maternità"  è resa attraverso un insieme di questi elementi, la cui rappresentazione rimanda a concetti chiave come "dare alla luce" e "nutrimento" ma anche "apprensione" e "lacrime".Chiude la mostra un’ultima installazione: un manichino ciclope, un avatar surreale di Lumi: "Parto per la Romania, ma la mia essenza resta qui, nelle mie opere!" .Tutto sommato, anche i più grandi temi dell’esistenza possono essere affrontati con ironia e lucida critica, pur indugiando piacevolmente, nella surreale suggestione prodotta da una brillante esplosione di colori e nelle fantastiche associazioni elaborate dalla creatività.

               

 

              

 

 

 

 

 

 

 

http://youtu.be/VrUy8IxEVLk - mostra di Luminita Irimia - ottobre 2011

 







In occasione della mostra di   Giuseppe Antonello Leone
“ Dalla leggerezza dell’immaginazione alla solidità della realizzazione”.
Fiorillo Arte
in collaborazione con l’ Associazione culturale Bellivergari                                                                                                           e l’Associazione culturale Le Tre Ghinee/Nemesiache
è lieta di invitare ai tre eventi programmati per il mese di aprile. Eventi dedicati alla poesia , alla scultura e al lavoro del maestro  Giuseppe Antonello Leone. Il  giorno 11 , l’attrice Rita Montes  leggerà alcune  poesie inedite di Giuseppe Antonello Leone , Dora Amato presenterà alcune sue poesie inedite ,Piero Antonio Toma, interverrà in veste di presentatore e poeta ,infatti  il cantautore Lino Blandizzi   interpreterà  canzoni  tratte da  poesie sue e di P.A.Toma  ; il 18 , per un connubio  familiare  e pur sempre artistico, Bruno Leone ci divertirà con le sue maschere e guarattelle in sintonia con le opere del padre;  il 27 e il 28,  due incontri laboratoriali  con l’artista, permetteranno ad alcuni giovani di venire a contatto con la straordinaria esperienza e capacità di trasmissione delle proprie conoscenze attraverso la passione e l’amore che lo animano sempre nel creare  come nell’insegnare  ed infine le proiezioni dei video di Fioravante Rea e Pino Miraglia  ci daranno la possibilità di conoscere meglio questo straordinario artista che come ha scritto Philippe Daverio, nel catalogo a lui dedicato,possiede:”…l’energia sottile dello sciamano.”
Programma
11 aprile – ore 18.00 -  Reading di poesia e musica
                   Presenta: Piero Antonio Toma
                   Poesie di G.A.Leone, Dora Celeste Amato , Piero Antonio Toma e Lino Blandizzi
                   Rita  Montes  legge  poesie  inedite di G.A.Leone
                   Dora Amato legge alcune sue poesie inedite
                   Il cantautore Lino Blandizzi  interpreta  la sua  poesia "Per la mia
                  città" e  due  di Piero  Antonio Toma dal titolo "Acqua" e "Vieni donna del Sud".

18 aprile- ore 18.00  Incontro su Pulcinella
                 Maschere  e  guarattelle  di Bruno Leone
27 e 28 aprile- ore 17.00  -  Laboratorio e Video
                  Laboratorio aperto di G.A.Leone per la costruzione di un totem dedicato a Kami.
                  A seguire proiezioni  sull’attività artistica di G.A.Leone
                  “ Pietre,Pitture e Plastica .Nello studio di G.A.Leone”  video  di  Fioravante  Rea
                 “Il Leone di Napoli. Mostra a Castel dell’Ovo”   video di Pino Miraglia
                “Dalla Leggerezza dell’Immaginazione alla Solidità della Realizzazione” slide show di Luigi Montefoschi
FiorilloArte - Riviera di Chiaja,23- Napoli  (081/7617450 )
  Per il laboratorio  info:   3472947429

Sono esseri fragili, delicati, leggeri e quasi sempre ironici di un’ironia intrinseca alla materia stessa da cui sono nati perché materia non prevista e  non  prevedibile per il loro concepimento  e per la loro nascita.

Ma un eterno fanciullo quale Giuseppe Antonello Leone che  continua con passione ed entusiasmo a sperimentare i materiali più disparati è riuscito  a dar loro luce  come in un gioco semplice e seducente che  solo la mano e l’occhio di un esperto  manipolatore di fantasia può  fare.

Sono nati così  rotolini di cartone (proprio quelli della carta igienica) camuffati da Pulcinella, teneri e pur sempre inquietanti; cartoni delle uova trasformati in Topoi; stagnola e rame travestiti da angeli, spose, cavallini ed altri personaggi biblici o mitici; e ancora le plastiche e il polistirolo della Risignificazione a dimostrazione  che tutto, davvero tutto, la mano dell’artista può … Gli Antropomorfi, in particolare ci suggeriscono ominidi alieni fatti di una materia che mostra allo stesso tempo il segno di un assurdo consumismo (il nostro) ma anche quello dell’operazione alchemica  di chi opera la trasformazione  e genera altro segno che risplende di  luce propria come è per una qualunque forma  scultorea  nata da più legittima e usuale materia.

Ho voluto rafforzare la fragilità di questo universo racchiudendolo in imponenti involucri, come dei totem, nei cui molteplici ventri sono collocati gli Antropomorfi e le altre  incredibili ‘creature’ di Giuseppe Antonello Leone tutte da scoprire per  cogliere il mistero stesso che le lega tutte : la geniale fantasia e la libera immaginazione dell’artista.

 

Teresa Mangiacapra (Niobe)

Napoli, 11 marzo 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

   

Comunicato

 Dal mito ad oggi: poesia al femminile

Testi di Viola Amarelli,Lina Mangiacapre,

Giovanna Marmo e Lucia Mastrodomenico

 

Martedì, 8 marzo 2011, ore 18, presso la Galleria FiorilloArte, Riviera di Chiaja,23, Napoli, FiorilloArte e Associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache presentano la serata di poesia al femminile

Dal mito  ad oggi

Testi di Viola Amarelli, Lina Mangiacapre, Giovanna Marmo e Lucia Mastrodomenico

 

Il reading si svolge in occasione della mostra di sculture

Fiume di Angeli di Teresa Mangiacapra


Guerriere e sciamane, bambine e migranti intrecciano con la forza della poesia sguardi e percorsi, la tela di vite famose o ignote, mai vinte. Nei testi di Viola, Lina, Giovanna e Lucia ,la lingua della nutrice rivive per tutti, nella ricchezza riscoperta del mondo.

Intervengono:

Viola Amarelli, Giovanna Marmo, Antonella Monetti e Teresa Mangiacapra.

   
 

    

 


 


 

 

 

 

 

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