15/12/2018 - 15/02/2019
Ferruccio Orioli
Noi di qua, voi di là
Confini, frontiere e identità: le barriere fra i popoli
raccontate negli acquerelli e installazioni di Ferruccio
Orioli a cura di Brunella Velardi
Appunti per immagini, raccolti durante ricerche e
peregrinazioni sul tema delle barriere che separano i
popoli, costituiscono la selezione che
Ferruccio Orioli
esporrà nella sua nuova mostra personale dal titolo
Noi di qua, voi di là
che inaugura sabato
15 dicembre alle 11.30, negli spazi di
Fiorillo Arte
(via riviera di chiaia 23, Napoli) e che sarà visitabile
fino al 18 gennaio 2019.
La mostra, curata da
Brunella Velardi, comprende opere di grande formato,
serie e installazioni, realizzate tra il 2013 e il 2018 ed
esposte per la prima volta, che restituiscono un'analisi
lucida e amara sugli strumenti di delimitazione dei
territori.
È a partire da muri, reti, fili spinati che si sviluppa
l'indagine di Orioli, mai assuefatto alle contraddizioni che
affollano la nostra quotidianità. Attraverso le lievi
velature dell'acquarello con cui riprende le cromie di
paesaggi sublimi e sconfinati, spezzati da una linea scura e
decisa che interrompe l’idillio della natura, l'artista ci
ricorda che il confine è il mezzo con cui l'uomo afferma la
sua identità, e che in un mondo complesso e interconnesso la
strada più semplice per definire se stesso continua ad
essere nella dichiarazione di ciò che
non è. Così, se
il presupposto per essere nel mondo deriva da un principio
di negazione che accomuna tutti, da Israele all’Iraq e fino
al nostro Mediterraneo, violenze e conflitti divengono
ineluttabili.
L’artista nella sua ricerca, ha individuato che “ i 79 Stati
coinvolti in questo enorme sforzo economico interessano il
51,6% della superficie emersa della terra. Segno che sono
grandi Stati a promuovere queste iniziative: a partire dagli
Stati Uniti, per finire alla Russia e all' India, fino alla
ricca Arabia Saudita. E' poi sconcertante che anche
all'interno di singoli Stati ci siano delle barriere a
separare un’ideologia dall'altra (Berlino, il muro per
antonomasia), una religione dall'altra (Irlanda del nord,
Irak), popolazione ricca da quella povera (Perù),
popolazione "normale" da immigrati, spacciatori, prostitute
(Monaco di Baviera, Padova). Sotto il profilo economico è
difficile, in molti casi, reperire non tanto il costo di
costruzione, quanto gli enormi
costi di manutenzione delle infrastrutture, quali
strade o opere in sabbia, e soprattutto il costo del
personale destinato alla vigilanza: a seconda delle fonti,
da 100 a 200.000 soldati e volontari
presidiano il confine tra Marocco e Sahara
Occidentale, dove è stata realizzata la barriera più lunga
al mondo dopo la Muraglia Cinese, iniziata nel 1947 e
ultimata nel 1991”.
Circa 50 gli
acquerelli esposti, alcuni dei quali uniti in mosaici
che compongono quadri di grandi dimensioni, come
Siamo partiti da
molto lontano una fra le opere che Orioli ha realizzato
in occasione della mostra, che consiste in 16 fogli ad
acquerello su carta per una grandezza di quasi tre metri.
“Lo
sguardo di Orioli è quello di un viaggiatore che osserva e
cattura con spirito romantico le lente trasformazioni del
paesaggio, lo scorrere del tempo e scenari di paesi lontani
tra loro” racconta la curatrice Brunella Velardi spiegando
che è forse per questo che l’artista “non può restare
indifferente alla smania della chiusura, e sui suoi appunti
di viaggio imprime l’orribile catalogo delle barriere
territoriali. Le lunghe serie di cartoline di
Da che parte siamo?
e Otto turni
al timone tra Melita Walley e Birsa Bank ricostruiscono
un sinistro pattern di reti e fili spinati tra i quali lo
sguardo si sforza di sbirciare, senza però riuscire ad
escludere dalla messa a fuoco ciò che si impone in primo
piano. Come accade in
Noi di qua e in Voi di là , l’impossibile tentativo di
scindere ciò che è uno, di sdoppiare due facce della stessa
medaglia: succede solo che da uno dei due lati del muro si
ha una fortuna negata all’altro, l’illusione di un orizzonte
più lontano”.
E’ questo il fil rouge che lega le opere in mostra, in una
sorta di brutale excursus, quanto mai attuale, che
sintetizza il ciclo cause-conseguenze, da muri alti fino al
cielo a imbarcazioni
sprofondate in mare. Si situa, infatti, cronologicamente a
chiusura del percorso, insieme a il polittico
Siamo partiti
da molto lontano,
l’installazione
Mai più morti in
mare.
Noi di qua, voi di là
è uno sguardo che attraversa, non per tornare indietro ma
per oltrepassare. Ferruccio Orioli viola quel divieto per
afferrare con gli occhi ciò che c’è al di là e scoprire che
dietro grate e reti non c’è un oscuro nulla, ma il medesimo
mondo che è al di qua. Che ci appartiene e a cui
apparteniamo.
Ferruccio Orioli
Ferruccio Orioli, veneziano, architetto, ha lavorato dopo la
laurea in Basilicata - a Tricarico e a Matera - e poi a Roma
occupandosi di pianificazione urbanistica e di opere
pubbliche. Il suo rapporto con Napoli inizia nel 1982 come
consulente del Commissario Straordinario di Governo per la
ricostruzione post terremoto. Da Roma si trasferisce
definitivamente a Napoli dove lavora anche per committenti
privati, in particolare l'albergo Vesuvio, dove ha
realizzato, in collaborazione con Gianmarco Biele, una
interpretazione in gres porcellanato del vulcano dal cui
interno spunta un ulivo. Da sempre utilizza la tecnica
dell'acquarello applicandola a vari formati: da quello
piccolo dei carnet 21x13 a un formato standard di 70x50 con
il quale compone immagini di varie dimensioni. Tra queste
una visione di Napoli, dall'interno della città verso il
mare, da Posillipo al porto, lunga circa 27 metri e alta 4,
in procinto di essere installata all'ingresso della nuova
Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II a San
Giovanni a Teduccio.
video della mostra https://youtu.be/0Y7iGu39680
7-30 novembre 2018
10 - 30 ottobre 2018
Claudio Rubano - Leonora Velasquez di Domenico
13 giugno - 26 settembre 2018
Denis Volpiana "Allucinazione"
Per indagare la realtà che ci circonda, spesso modificata dalle nostre stesse percezioni ed esperienze, Denis Volpiana, con la mostra intitolata “Allucinazione”, che sarà inaugurata il 13 giugno 2018 alle re 18,30, presso la Fiorillo Arte, a cura di Daniela Ricci, si basa sull’analisi della storia, sempre attento alle problematiche sociali e culturali. Fortemente proiettato alla rivisitazione ed attualizzazione del mito, intende far riflettere sulle nostre radici, memorie, tracce, sentimenti ed emozioni, con tutte le implicazioni filosofiche che i temi trattati comportano. L’evento, gode del Patrocinio Morale del Comune di Napoli. Accostare un pittore, come succede per ogni artista, richiede di collocarsi davanti alla sua opera, valutarne il risultato, ascoltare l’emozione che essa trasmette e reciderne i fili che la legano all’individualità privata dell’autore, perché quei legami possono essere fuorvianti. Nel caso di Volpiana, nato a Vicenza, dove vive e lavora, tale separazione risulta difficile. La pittura per lui è una condizione esistenziale, una ricerca della bellezza che ci sovrasta, la possibilità di stabilire un contatto diretto con le opere attraverso le quali tenta di restituirci la sensazione di una magia, un incantesimo come una sorta di viaggio introspettivo nelle vicende esistenziali della vita, rese con immagini e naturalezza per analizzare ciò che c’è nel profondo del suo animo e per edificare come un “muratore dell’universo”, in maniera astratta, cieli, colline, case e oggetti, sensazioni che lo colpiscono e che gli restano nella memoria. Attraverso i suoi dipinti dunque, viene analizzata la “frattura” che esiste tra realtà e immaginazione. Una via di accesso alle strutture profonde del reale, una ricerca continua che approda ad un’immagine del mondo è nel contempo il riverbero della propria coscienza, la sua esplicitazione sensibile, resa con un’intima urgenza espressiva. Il titolo “Allucinazione”, intende essere soprattutto una riflessione sulla natura, il caos e il tentativo di ristabilire un nuovo ordine di idee, per mostrare tratti indefiniti, fluidi, spazi improvvisi per alterare le regole dell’immobilità e di rigidità. Composizioni astratte, improbabili, che non lasciano all’occhio di chi osserva alcun approdo certo, restituiscono contorni che perdono di essenzialità per poi assoggettarsi ad un groviglio di forme, colori, segni, linee spezzate. Circa 15 lavori, realizzati ad olio su resina ed anilina di grandi dimensioni e un’installazione composta da tante balle di funghi (un insieme di terriccio compresso formato da letame stagionato, paglia, materiale calcareo e qualche residuo organico che sembra ricreare un sottobosco all’esterno della galleria), svelano una scrupolosa aderenza al mondo rappresentando semplicemente critica-infrazione-rifiuto del senso logico senza la pretesa di ristabilire un nuovo ordine di idee. Richiami pittorici, plastici e ambientali guideranno lo sguardo dei visitatori nell’alchemico mondo di Volpiana, costantemente nutrito di suggestioni provenienti tanto dal mondo scientifico quanto da quello spirituale. Attraverso la scomposizione di forme naturali, l’artista, rielabora forme legate all’origine della vita, cellule, DNA, ma senza nessun fondamento scientifico, allucinazioni appunto, soffermandosi soprattutto a considerare la struttura della mente, dei neuroni, delle loro sinapsi per esplorare le parti più misteriose del nostro cervello, in un progressivo addentrarsi nelle pieghe del mistero delle origini della vita. Lo squarcio del pennello in profondità e l’indagine dal micro al macro cosmo condotta attraverso l’astrazione pittorica, arricchita di influenze ottico-cinetiche, che riportano l’immaginario comune alle origini della creazione, al grado zero dell’esistenza, laddove il “tutto quantico” è in costante divenire ed un rapporto armonico con la natura abita ancora la sfera del possibile. L’artista esplora la relazione esistente tra arte e natura attraverso un paziente lavoro di smembramento delle forme organiche, come nel caso dei suoi funghi, ricavati sui supporti e nei lavori con ricche cromie. Itinerari ermetici e simbolici che girano sempre intorno a una sorta di prospettiva di destino umano, motivazione evocativa di una dimensione esistenziale in fondo perduta, è ciò che tenta di comunicare Volpiana, attraverso una sorta di narrazione pittorica intrisa di atmosfere e fantasmi onirici. Il suo fare arte potrebbe ricordare quello espressionista astratto di Pollock con la sua maniera di dipingere in cui il colore viene impresso spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele o al iglior Willem De Kooning. L'opera che ne risulta enfatizza l'atto fisico della pitttura stessa compiendo gesti incondizionati e spontanei.
Scheda mostra
Artista: Denis Volpiana
Location: Fiorillo Arte, Riviera di Chiaia 23, Napoli, tel.
081.662473-3472947429, www.fiorilloarte.com
Vernissage: Mercoledì 13 Giugno 2018 ore 18,30
Finissage: Mercoledì 4 luglio 2018 ore 18,30
Patrocinio Comune di Napoli
Curatrice e Ufficio Stampa: Daniela Ricci
Mercoledì 9 maggio 2018 ore 18.00
Bruno Patanè
"Novecento Protagonisti "
I video della Mostra
Allestimento: hthttps://youtu.be/hTmk7iMD_hE
Inaugurazione :https://youtu.be/0kwv_88xa1M
Omaggio a Lina Mangiacapre video : https://youtu.be/mQT5gnoTmJo
Venerdì 24 Novembre 2017 ore 18.00
Ruben D'Agostino "Consapevolezza"
Ruben nasce a Napoli il 2 marzo del 1981. Figlio di architetti, cresce in un
ambiente creativo e ricco di stimoli. Fin dall’adolescenza mostra una spiccata
propensione per le arti grafiche e la costruzione di oggetti con ogni sorta di materiali.
Osserva quello che accade intorno a lui e sviluppa con il
tempo un sempre maggiore senso critico verso la società che
vede pian piano avvicinarsi ad un baratro, manifestando il
suo disappunto in semplici schizzi, disegni o foto.
Le opere di Ruben strizzano l’occhio alla POPART, rivolgendo
la propria attenzione ad oggetti, miti e linguaggi della
società dei consumi.
L’artista si rivolge alla società contemporanea, in profonda
crisi, senza prospettive e che guarda al passato con
rancore. Nelle sue opere si scorgono i responsabili di
crimini umani terrificanti e il piacere ludico della
scoperta. Con animo da rigattiere, raccoglie supporti e
recupera oggetti di un passato vicino, li rielabora,
facendoli diventare i componenti imprescindibili delle sue
opere.
Tramite il gesto, che potremmo definire “di riutilizzo”,
carica gli oggetti di un significato altro, innescando
associazioni molteplici nelle sue opere che a volte hanno un
aspetto appetibile e rassicurante ed altre pericolosamente
repulsivi.
Con il tempo, l’uso del collage e dell’assemblaggio lo
conducono alla sperimentazione e alla riproduzione dei
soggetti prescelti con la tecnica del calco in gesso,
considerando il mero montaggio alcune volte limitante.
Nei lavori di piccole dimensioni immortala effigi partenopee
e simboli del sogno americano, ibrida le immagini del cinema
d’azione d’oltreoceano, della pubblicità (quella
ingannevole) e della cronaca, adottando una tecnica che
richiama, nel tratto nero di contorno e nei riempimenti a
pieno colore, il disegno semplificato del fumetto.
Le opere di Ruben si muovono tra il nostalgico e l’ironico,
tra la serenità e la catastrofe emotiva con tutta la libertà
di chi non sente di dover dimostrare nulla a nessuno, se non
la propria intensità espressiva.
Otello Ciarciaglini
Martedì 24 ottobre 2017
" Riflessi "
Martedì 24 ottobre alle ore 18.30, presso la Galleria
Fiorillo Arte - Riviera di Chiaia 23
personale di
Otello Ciarciaglini dal titolo
“ Riflessi “ .
“Lo
stile fotografico di Otello Ciarciaglini -
sostiene Giovanni Cardone
– è fatto di
sensazioni che scaturiscono dalla visione dei suoi scatti
che risvegliano qualcosa che va oltre la mera contemplazione
del reale. …..c'è sempre un qualcosa che, evidente o
implicito, in funzione di una visione più analitica, conduce
il pensiero oltre lo sguardo.
“ … la
fotografia di Ciarciaglini rappresenta qualcosa del reale
facendo però intravedere
in maniera chiara ciò che vi sta oltre, trattasi di
considerazioni esistenziali o sociologiche, trattasi di
suggestioni estetiche. “
La mostra è visitabile fino al 15 novembre dal Lunedì
al Venerdì 9.30
-13.30
IL VIDEO DELLA MOSTRAhttps://youtu.be/k5QYCnlgihA https://youtu.be/k5QYCnlgihA
Alla inaugurazione della mostra si potrà ammirare anche
il nuovo
Progetto di trasformazione/istallazione
di Teresa Mangiacapra (Niobe ) da “ Cornici “ a
“ Rosari di pietre – preghiera al vento“.
Pietre nere a comporre ‘rosari
di pietre’;
Angeli del Silenzio uniti al Libro degli Angeli
ed una
” Preghiera al vento “ di Niobe che, riportata su lastre
specchianti, diventa mare.
Invito a giocare con
il riflesso di sè che suggerisce nuove e inattese risposte ,
invito alla preghiera come attraversamento di coscienza che
può indicarci via e percorso.
Ange D'Arista
Venerdì 9 giugno 2017
CYCLONES
Angela D’Arista Solli e’ nata a New York ed e’ cresciuta
nella contea di
Westchester, NY.
Ha studiato presso il Pennsylvania College for Woman a Pittsburg e alla Columbia University a New York.
Angela e’ una musicista, una pianista. Si e’ dedicata al
pianoforte studiando al conservatorio di Boston, in Svizzera
presso il Conservatorio di Zurigo e alla Greenwich House
Music School a New
York .
Trasferitasi con la famiglia a Napoli ha frequentato la
Scuola di Capodimonte dove
ha ricevuto un diploma nella forgiatura di figure di piccole
dimensioni con la specializzazione in porcellana.
Il v
Ginny Sykes
8 ottobre - 20 novembre 2016
L'Iniziazione
Rappresentazione contemporanea di un antico rituale. Fonte ispiratrice gli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei.
Performance di Ginny Sykes in collaborazione con Teresa
Mangiacapra
con: Clara Bocchino, Anna Bocchino, Teresa Raiano
Musica: Victor Sanders
Videoriprese: Luigi Montefoschi
Dopo il successo
della sua recente personale presso la Sala delle Terrazze di
Castel dell’Ovo, Ginny Sykes ritorna ad esporre una
selezione di opere allo Studio Fiorillo Arte, per introdurre
la sua performance intitolata “L’Iniziazione”:
rappresentazione contemporanea di un antico rituale che
riguarda le donne della storia e delle divinità femminili.
Usando diversi media espressivi, disegno, video e performance, che richiedono l’attiva partecipazione dello spettatore, l’artista americana, tenta di indagare le contraddizioni della società e riflettere sugli schemi realizzativi della pittura e dell’arte in generale. Fonte ispiratrice gli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei, per riuscire a fare un confronto tra generazioni, luoghi, prima e dopo, che generano affascinanti riflessioni sugli effetti che il tempo inesorabilmente produce, in particolare, durante la performance, realizzata in collaborazione con Teresa Mangiacapra e la partecipazione di Clara Bocchino, Anna Bocchino, e Teresa Raiano, con musica di Victor Sanders, videoriprese di Luigi Montefoschi, e al violino Ida Rispoli. Si “racconta” un rito cerimoniale con scene distinte e meticolosamente articolate che fanno riferimento ad antichi riti di iniziazione, dove vengono evidenziati sentimenti di paura, trepidazione, tormento, coraggio, resa, in una ciclicità senza fine. La performance, basata sul corpo è un processo di iniziazione alchemico, dove sia il pubblico, che la performer sono trasformati. Come scritto da Katherine Bradway in un suo articolo del 1982 “Villa dei Misteri, Riti di iniziazione delle donne- questi riti promuovono uno sviluppo psicologico ed una illuminazione, connettendo il personale e trans personale associato all’estasi ed esaltazione…..identico all’idea di Jung della funzione del processo di individuazione, dove i riti di iniziazione servono a trasformare l’ego in relazione del sé”. “L’arte- afferma Sykes prendendo spunto dal regista Akomfrah- può cambiare la struttura molecolare di come le persone immaginano il loro futuro.
La mostra è
visitabile fino al 20 novembre.
Ginny Sykes vidohttps://youtu.be/BUCIfW8g3TAf
Ferruccio Orioli
20 maggio 28 luglio - proroga fino al 26 settembre 2016
In ricordo del Capitano O'
Ricordare mio padre, che è stato in mare per quasi quarant'anni, significa tenere insieme, in modo quasi inestricabile, realtà e fantasia. La realtà legata ai pochi racconti e ai frammenti di notizie che arrivavano saltuariamente e con grande ritardo per lettera; le fantasie che si scatenavano, e si scatenano tuttora, in relazione all'assenza e alla lontananza. L'una e le altre sono insediate dentro di me confondendosi nel tempo, fino a costituire una terza dimensione del ricordo nella quale le questioni di allora e l'urgenza delle questioni di oggi si mescolano come le tessere di un domino prima di essere distribuite ai giocatori.
I materiali della mostra "In ricordo del Comandante O" sono infatti come delle tessere, i cui collegamenti, solo in apparenza esatti, prescindono dai tempi degli avvenimenti raccontati e dalla loro realtà fattuale ma, nello stesso tempo, testimoniano di esigenze che prendono le mosse da un territorio interno in continua riconfigurazione. Perciò, tra i nomi delle tante navi sotto il suo comando ho scelto quello di "Ulisse", nome simbolo del vagabondare per mare; e tra le tante classi di navi sulle quali ha girato il mondo, lui specialista di mega-petroliere, ho scelto la classe "Liberty" nave da trasporto con la quale ha navigato molti anni, prima di portarla nel 1954 in Giappone per la demolizione. Il suo vagabondare è stato riportato in una porzione di mare molto limitata quale è quella del golfo di Napoli- Anceh in questo caso rappresenta tutti i mari solcati dal Comandante O, dove perciò possono accadere
eventi straordinari, e di conseguenza le storie prendere direzioni del tuttto inaspettate.
Quattro mesi passati con lui a bordo di un cargo mi hanno fatto sentire la fatica del navigare e le inquietudini che suscitate dalla solitudine sia di chi è a bordo, sia di chi aspetta a casa. Per dare maggiore consistenza a questi due estremi a ogni immagine sono stati associati degli oggetti. Alcuni propri della storia del Comandante O; altri derivati dalle fantasie e dalle possibilità di approdare, tramite queste, a altri porti, altre storie, altri sogni.
INCONTRO -APERITIVO DEDICATO AI NAVIGANTI
8 GIUGNO ORE 19.00
I velisti napoletani incontrano “il Comandante O” di
Ferruccio Orioli
Mercoledì 8 giugno alle ore 19, presso la Galleria Fiorillo Arte (via Riviera di Chiaia 23), in occasione della mostra di Ferruccio Orioli “In ricordo del Comandante O”, il mondo della vela napoletano si riunisce per un incontro aperitivo dedicato ai naviganti aperto a chiunque va per mare nella realtà, faticando o divertendosi, e a chi per mare ci va anche con la fantasia.
Durante la serata sarà proiettato il video " La lunga Planata (ARC 2014) che documenta la regata transoceanica Atlantic Rally for Cruisers della "Cutty Sark " di Francesco Felice Buonfantino da Las Palmas de Gran Canaria a Santa Lucia ai Caraibi.
L’equipaggio, presente alla serata, è composto da Antonello
Postiglione imprenditore, velista e pallanuotista
olimpionico, Enrico Lanzillo , ingegnere
che inizia la sua carriera nel 1974, che ha
navigato per 30.000 miglia in tutto il Mediterraneo, Daniele
Fiorillo,
imprenditore navigatore esperto e vincitore di una Middle
sea race e Stefano Mango architetto navale e
vincitore su una sua imbarcazione della
Roma per due del 2009.
La mostra di Ferruccio Orioli, inaugurata lo scorso 20 maggio e visitabile fino al 28 luglio 2016, è un percorso tra realtà e fantasia che narra la storia del lungo viaggio per mare del padre dell’artista attraverso opere composte da elementi scritti, disegnati, costruiti e ritrovati che, come capitoli di un libro immaginario, navigano in una trama che si muove indifferentemente nel tempo passato, presente e futuro.
Gli spazi che si definiscono sono quelli reali e mentali
dell’artista, che parlano della realtà più dura legata alla
fatica dello stare per mare, come delle
fantasie che da sempre il mare suscita.
"Il suo vagabondare è stato riportato in una porzione di
mare molto limitata qual è quella del Golfo di Napoli. Anche
in questo caso rappresenta tutti i mari solcati dal
Comandante O, dove perciò possono accadere eventi
straordinari e, di conseguenza, le storie pren- dere direzioni
del tutto inaspettate. Quattro mesi passati con lui a bordo
di un cargo mi hanno fatto sentire la fatica del navigare e
le inquietudini che suscitate dalla solitudine sia di chi è
a bordo, sia di chi aspetta a casa. "
Ferruccio Orioli
Luciano e Marina Lauro
12 dicembre 2015 - 30 gennaio 2016
SCENE DI QUOTIDIANA FOLLIA
Luciano Lauro è un poeta dell'anima. Attraverso la sua pittura fortemente espressiva, i suoi personaggi vivono la "follia" dell'esistere conservando la speranza di un riscatto. La cromicità e il disegno con cui esprime i suoi sentimenti rivelano grande sensibilità alle angosce che attraversano i nostri tempi.
Marina Lauro è stata sempre affascinata dall'arte espressa attraverso la pittura .Ha dipinto "la sua Napoli" dapprima in maniera classica e poi volendo dissacrare la "stereotipicità" della rappresentazione in maniera ironica. Il Vesuvio con i beneauguranti cornetti e la "mela napoletana, contenitori di tutto il simbolismo partenopeo,rivelano verso la sua città amore e denuncia.
Silvio D'Antonio
21 aprile - 12 maggio 2015
E' FRAGILE
Giovedì 21 aprile alle ore 19:00 presso la galleria FiorilloArte (23, Riviera di Chiaia, Napoli) sarà inaugurata la mostra personale di Silvio D’Antonio. In esposizione una selezione di opere, disegni, oggetti e collages, eseguite dall’artista salernitano negli anni Settanta, alla quale si affiancano alcuni lavori eseguiti di recente e tratti dal ciclo “Variazioni”.
«[…] La composizione dei quattro triangoli i cui vertici sono fatti convergere (sovrapposti) al centro dello schema –scrive Massimo Bignardi nel catalogo della mostra allestita al Museo-FRAC Baronissi–, D’Antonio la elabora utilizzando le forme elementari di quei segni che, in seguito, figuravano una barca, progressivamente esemplificati dai tagli tracciati sulle facce dei cubi di legno che strutturavano le citate cassette dei primi anni Settanta, quali declinazione di una narrazione ermetica. La barca disegnata secondo la regolare quadrettatura propria dei quaderni della prima età scolare, resa elemento memoriale
dal ricorso a colori primari, saturi come i pastelli a cera, trova una linea di continuità nelle prime opere del ciclo variazioni. In esse è l’ascolto della materia a richiamare l’effetto di saturazione del colore, all’interno di una riduzione elementare della forma, fino a sfiorare l’impersonalità.
Di recente, in questo primo scorcio del 2015, l’insistere su grandi lastre di ferro, anche se di modesto spessore, sulle quali l’artista agisce con effetti di acidi che accelerano il processo di ossidazione, ma anche incidendo irregolarmente in alcuni punti il metallo, si fa necessità di recupero di una propria dichiarata presenza nel processo di realizzazione: la fredda distanza dalla pratica creativa, lascia ora il posto al desiderio di far emergere la propria personalità dalla omologante ‘molteplicità’ che connota l’attuale scena dell’arte.[…]»
Venerdì 29 aprile alle ore 19:00 …è…fragile… performance dell’artista, con gli interventi dell’attore Gabriele Vincenzo Casale (voce narrante) e dei musicisti Angela Ferrentino (piano e vocal), Mario Privitera (basso).
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Fusioni tessili Viviane Vital Brasil Eyben
Inaugurazione Mercoledì 15 aprile 2015 ore 18.00
http://undo.net/it/mostra/
Nell’attuale epoca digitale in cui “il fare” si oppone al virtuale e
l’immaginario non viene più fatto,ma si mantiene “pensato”, quasi tutti gli
artisti
l’importanza della manualità nella realizzazione dell’opera. Dal XIV secolo
fili d’oro e d’argento impreziosiscono gli arazzi simboli di ricchezza e
prestigio adornando le corti europee . Annie Albers docente di arte tessile
del Bauhaus negli anni ’20 esponente dell’arte astratta imprime una svolta
nella concezione della tessitura unendo l’intuito scultoreo dell’artista e
le antiche arti del tessitore che arriva ad avere lo stesso rango del
pittore.
Ecco perché Viviane Vital Brasil Eyben con le sue “Fusioni Tessili” titolo
della personale che sarà inaugurata il 15 aprile ore 18 alla Fiorillo Arte
alla Riviera di Chiaia 23, tutti oggetti d’arte tra artigianato e design,
da’ vita a varie composizioni cromatiche realizzate riciclando stoffe cucite
insieme e dipinte completamente a mano, con l’intenzione di collegare tra
loro diverse realtà. Il manufatto attraverso il gesto di Vital Brasil Eyben,
nata a Rio de Janeiro,ma napoletana d’adozione, che espone per la prima
volta a Napoli, totale e permanente, viene centrato sulla trama della
comunicazione per diffondere la sua perizia e la forte arte del vivere.
Colori sgargianti, linee geometriche, che questa volta non sono il frutto di
pennellate sulla tela, tra fili, tessuti preziosi e tensioni, rappresentano
un perfetto connubio tra moderno e antico. Forme e colori vengono
“plasmati”,assemblati insieme per comunicare i suoi riferimenti cardinali e
per far riflettere che non c’è più periferia da quando ogni angolo è
collegato a tutto il resto come succede nell’era tecnologica.Armata di
tessuti, velluti , shantung di seta, tela di yuta, cotone e tanti altri tipi
di stoffe ,aghi di diverse grandezze per le rifiniture, ma soprattutto della
sua sensibilità creativa, l’artista, assicura il giusto equilibrio
compositivo come se stesse realizzando un quadro. Alcune delle 13 opere
presentate, fanno pensare a Kandinskij a Klimt, ma anche a Barisani o altri
artisti informali-astrattisti, elaborate attraverso una continua danza per
riuscire ad adeguare i filati utilizzati in base alla loro specifica
elasticità, colore e consistenza. La mostra sarà visitabile fino al 15 maggio.
Bruno Agolini
14 marzo - 1 aprile 2015
TEATIME CABBAGE
Sabato 14 marzo alle ore 18 presso lo spazio 3f fiorillo arte di Napoli, Riviera di Chiaia 23, si inaugura la mostra ‘teatime cabbage’ di Bruno Agolini. Dopo aver esposto prevalentemente in Francia negli ultimi anni, Agolini ritorna a Napoli con i suoi inchiostri su carta. L’esposizione verrà presentata da Maria Ida Catalano, storica dell’arte, docente presso l’Università di Viterbo, saranno proiettati due cortometraggi di Massimo Maglietta e Simonetta Funel che hanno indagato sulla produzione visiva e musicale dell’artista. Nato in Scozia nel 1954, vive e lavora attualmente tra Napoli e l’Alta Savoia.
Durante l’adolescenza elabora spontaneamente il suo linguaggio artistico: la musica, la scrittura, il disegno che si sviluppa da subito come la registrazione di fantasie e libere associazioni di pensiero. Disegni. Dapprima solo a penna, poi via via la tecnica si fa più esperta, il tratto viene elaborato a matita e ripassato a china e i mondi descritti si colorano di inchiostri luminosi e trasparenti. Nascono immagini complesse ed ingannevoli in cui temi inquietanti e fantasie infantili si mescolano in un tessuto continuo. Chi osserva i disegni di Bruno Agolini vede le cose rivelarsi poco alla volta, ogni forma riconosciuta viene percepita come qualcosa di instabile, che puo’ scomparire improvvisamente e perdersi alla vista.
La musica e la scrittura nascono come un gioco, ma anche come un’esigenza profonda. Ecco quindi il non senso nella scrittura, nei testi delle canzoni, l’inglese, l’italiano, il francese, il napoletano. La musica suonata con i figli, improvvisata, fatta usando qualunque cosa, ma anche lungamente elaborata ed arricchita con i suoni della chitarra, del clarinetto, del sax e di ogni sorta di percussione e poi rifinita, fino a raggiungere composizioni complesse per sovrapposizioni di tracce sonore.
10 x 10 Arte in Viaggio
La mostra itinerante da Milano e Palermo ora a Napoli.
Ideata da Valeria Modica e curata da Maya Pacifico
fiorillo arte dal 14 al 28 febbraio 2015
L'arte visiva è oggi più una traccia che un percorso.Questo lo spirito che anima la collettiva 10 x 10 Arte in Viaggio in cui ogni artista ha prodotto quattro piccole opere nel formato di 10 cm. per lato. Allo stesso modo l'idea del confronto non rimane soltanto come astrazione scritta e progettuale ma infonde veramente le opere che vengono presentate: estetiche e tradizioni differenti entrano in un rapporto dialettico alla ricerca di un'universalità dello spirito del viaggio che si esprime nella singolarità degli artisti che espongono. Il piccolo formato come micro - categoria della realtà che permette all'artista di creare un micro-cosmo singolare scandito in quattro diversi momenti: quattro tappe che si fermano, in un istante ma proseguono in un'unica linea che li collega tutti. In quest'epoca di budget striminziti, laddove domina una società che impone austerità e ristrettezze, in un clima come quello attuale di evidente confusione, dove immoralità, denaro e apparenze sembrano le uniche certezze, il piccolo formato sembra davvero un auspicio per ricominciare. Se il tempo dell'arte si è fermato all'anno zero, oggi sta a noi ripartire con il primo punto e passo dopo passo riprendere il viaggio.Un sogno che viene da lontano e che non è ancora finito. M.P.